
Queste auto ti hanno mentito - www.MotoriNews24.com
Non tutte le case automobilistiche sono particolarmente originali quando si tratta di produrre propulsori. Queste hanno preferito farseli produrre da altri.
Finita l’epoca dei piccoli e medi marchi che operano l’uno contro l’altro competendo in un sistema molto più complicato in cui imporsi, il duemila ha segnato la nascita delle grandi aziende. Ormai i marchi automobilistici sono riuniti in enormi conglomerati, come ad esempio il Gruppo Stellantis che conta oltre 20 aziende nel suo elenco di membri della holding, con i marchi che si supportano a vicenda mettendosi a disposizione tra loro le rispettive tecnologie.
Non è quindi una sorpresa trovare sotto il cofano di una vettura un motore prodotto da un altro marchio. Un esempio su tutti è la gamma Mercedes-benz di qualche anno fa. Prima che propulsori Mercedes rimpiazzassero questo ottimo prodotto, diverse vetture del marchio con la stella a tre punte usavano un motore Renault ossia il 1.5 litri (dCi) turbodiesel che si trovava, tra le altre, sotto il cofano della Classe A, la Classe B e della CLA e GLA.
Non che Mercedes sia l’unico marchio a farlo. Nel Gruppo Stellantis, i motori vengono scambiati regolarmente tra i marchi. La tradizione risale ai tempi del Gruppo FCA, in cui varie automobili come l’Alfa 147 montavano propulsori FIAT della gamma Multijet. Ad oggi, i propulsori Firefly – molto discussi per la loro affidabilità non sempre all’altezza – sono montati sia da FIAT che da Alfa Romeo e Lancia, specie sulla Tonale.
Una cosa che fanno un po’ tutti
Restando nell’ambito del Gruppo Stellantis, abbiamo la casa produttrice Jeep che usa notoriamente motori di derivazione Peugeot, anche qui, niente di strano, i marchi fanno parte dello stesso gruppo industriale. La Avenger per esempio usa il molto discusso motore 1.2 Pure Tech ma non è l’unico modello a farlo. Anche Renegade e Compass hanno beneficiato di questo tipo di motori.

Anche i marchi di lusso possono decidere di rivolgersi altrove per la produzione di un motore, pure se sembra assurdo. Spesso, capita con le piccole realtà artigianali che producono poche auto e non possono farsi carico della spesa necessaria per progettare da zero un motore. Pagani utilizza notoriamente i motori AMG mentre Bugatti, benché i motori W16 siano un suo marchio di fabbrica, beneficia di tecnologia Volkswagen.
Insomma, non c’è niente di strano a trovare il motore di un’altra auto sotto il cofano della vostra, specie se il marchio che l’ha prodotta è una grande realtà internazionale che ha diramazioni in tutto il mondo.