Superbike

SBK, Jonathan Rea: «Nuove regole? No, basta che i rivali si impegnino come a Suzuka»

In una intervista rilasciata al Lausitzring, è stato chiesto a Jonathan Rea quale sia il motivo della mancanza di rivali credibili per Kawasaki e Ducati. Questa è la sua idea

La SBK è impegnata al Lausitzring per un round che potrebbe sancire definitivamente il dominio di Jonathan Rea per il terzo anno consecutivo, oppure lasciare uno spiraglio aperto per un duello che si possa protrarre ancora. I rivali coinvolti sono il suo compagno in Kawasaki Tom Sykes, e quel Chaz Davies che in sella alla Ducati è stato bersagliato dalla sfortuna ed a volte ha anche esagerato per tenere il passo delle Ninja con una Panigale spesso al limite.

In una intervista rilasciata al tedesco Speedweek.com, il campione del mondo in carica ha offerto la propria visione, analizzando i motivi per cui le rivali di queste due Case costruttrici, non riescono a lottare stabilmente per la vittoria. In particolare, lo spunto per affrontate la questione è nata dalla ritrovata competitività di Aprilia al Lausitzring, con le buone prestazioni messe in mostra da Laverty e Savadori anche grazie ai test svolti su questa pista a luglio: «E’ un peccato che Aprilia abbia lasciato il mondiale con la sua formazione ufficiale nel 2014, quando c’erano Guintoli e Melandri. Nel recente test di Lausitzring, Aprilia ha mandato sette tecnici interni, dimostrando di avere ancora interesse nella Superbike. E questa è la strada giusta, non si devono cambiare in modo permanente le regole. Secondo me la Dorna deve semplicemente convincere i Costruttori che sono in pista ad impegnarsi in modo adeguato in SBK».

Un punto di vista decisamente inedito, che dimostra come spesso non ci vogliano cambiamenti radicali per dare nuova linfa al campionato e soprattutto restituire un numero di piloti maggiori in lotta per la vittoria. Jonathan Rea è certo delle sue affermazioni, e tira in ballo anche gli altri piloti schierati in griglia che hanno partecipato nel 2017 alla 8 Ore di Suzuka, toccando con mano gli investimenti che le Case giapponesi fanno per quella gara e facendo una precisa provocazione: «Basta chiedere a Bradl, Lowes o  Van Der Mark cosa accadrebbe se Honda o Yamaha facessero nel Campionato del mondo SUperbike solo la metà di quello che fanno per la 8 Ore di Suzuka. Lì erano supercompetitivi, ma questi Costruttori non sembrano interessati alla SBK. Lo so per esperienza personale, che se volessero migliorare, anche gli altri Costruttori potrebbero farlo»

Marco Caregnato

Nel 1984, da bambino, ho avuto il mio primo contatto con una moto. Mi sono ustionato la mano! Non ho più smesso di amarle...

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