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Quando si parla del futuro di una giovane promessa del motociclismo, ci si immagina sempre un ingaggio da ufficiale, una moto buona e tanta fame di vittoria. Ma se si parla di una leggenda del Motociclismo?

Il titolo di quest’articolo ricorda estremamente da vicino l’incipit della saga forse più importante della storia del cinema. Senza dubbio è quella più longeva, con un passato remoto da urlo, un passato recente da rivedere e un presente davvero interessante. Ma se per Star Wars gli sceneggiatori di Hollywood hanno a disposizione tecnologia e mezzi per far tornare in vita personaggi del passato della saga, quando si parla di sport e di atleti, nessun trucco funziona. Nemmeno il miglior motion capture.

Valentino Rossi è senza dubbio la più bella epopea del motociclismo moderno. Un pilota che è passato attraverso il cambiamento epocale del motociclismo, salutando da campione le 500 2t ed entrando di forza nell’era MotoGP. Incassi da record e tante nomination all’Oscar per questa fase della sua carriera. Poi c’è stato un periodo di dominio, durante il quale nessun altro pilota è riuscito a fermarlo, con le piacevoli incursioni di Nicky Hayden (baciato parecchio dalla dea bendata) e di Casey Stoner (nessun bacio, solo manico bestiale e talento incredibile).

Dopo sulla scena mondiale è arrivato un altro Franchise, di origine spagnole e con le fattezze di Jorge Lorenzo. Prima discepolo, poi pronto a colpire al cuore il maestro compagno di team. La star, quel Valentino che era abituato a dominare ed essere l’unico protagonista in scena, cercò subito alternative. Una nuova immagine, il colore rosso da accostare al giallo fluo. Trailer bellissimi, ma alla fine il film non è piaciuto. Poco da dire, il Valentino dell’era Ducati si può oggi definire un errore di definizione di strategia marketing. Un flop, un film che doveva incassare centinaia di milioni e alla fine non si è neanche pagato i costi di produzione.

Ma se ti chiami Valentino Rossi e sei una leggenda per tutti, le Case cinematografiche avranno sempre un ruolo da protagonista per te. Ormai maturo, ma solido di un’esperienza ventennale, Rossi è stato ingaggiato per una seconda trilogia in salsa blue Iwata. Primo film bello, con il nostro protagonista capace di battute sferzanti e pronto a dare di nuovo battaglia nelle posizioni che contano al botteghino. Poi il sequel, che da sempre non è il miglior episodio di nessuna saga. Ma quello che davvero ha sbancato nella corsa agli incassi è stato senza dubbio il terzo film, quello finito in una città spagnola in cui hanno tanto talento per cucinare la Paella da meritarsi una puntata di Master Chef tutta per loro. Tanta roba.

Un film epico questo terzo episodio, con il nostro amato protagonista che è arrivato all’inizio delle riprese fortissimo, in forma perfetta e con l’attitudine mentale del miglior Spielberg all’opera per girare Lo Squalo. Tanti avversari azzannati da un talento infinito, condito da classe, freddezza e una notevole dose di sana cattiveria agonistica. Un film che è andato avanti in un crescendo continuo, fino al grande capitolo Malesia. Il personaggio che non ti aspettavi che irrompe in modo decisivo e spezza la sceneggiatura, portando al finale inaspettato. La sala non ha gradito, ha lasciato il cinema con l’amaro in bocca. Il regista ha decisamente fregato tutti, perché di spoiler durante la stagione non ne è trapelato nessuno e anche i protagonisti sono stati bravissimi, offrendo una prova di recitazione degna dell’Oscar. O del Tapiro. Ma questo dipende dai punti di vista.

A questo punto tutti quelli che sono usciti da quella sala, non vedono l’ora di sapere qual’è il futuro del protagonista. Riuscirà a vincere di nuovo, a riprendersi uno scettro posseduto per anni e che l’ha fatto diventare tutt’uno con l’immagine stessa della MotoGP. Per avere questa risposta, bisognerà attendere di tornare a mangiare una buona Paella, sperando che gli sceneggiatori ci regalino qualche bel colpo di scena durante le riprese. Eppure ancora non abbiamo visto il primo fotogramma del nuovo film, che già tutti pensano al seguito. Nessuno sa come andrà a finire questo film, e già ci sono voci di ogni genere in giro su Spin-Off che vedono il nostro protagonista compiere divagazioni nel Rally, in SBK, nell’Endurance ed anche (perché no?) a Wimbledon.

Che Valentino Rossi sia un attore estremamente poliedrico, capace di adattarsi a qualsiasi sceneggiatura gli si metta a disposizione e dare comunque spettacolo, è fuor di dubbio. Ma nessuno fa i conti con il profondo legame che c’è tra Rossi e il Franchise MotoGP. Lui stesso ha dichiarato che vuole finire con Yamaha e firmare per altri due film mentre quello di quest’anno non è arrivato neanche all’intervallo. Eppure si parla di cinema e quindi è giusto fantasticare e sognare in grande.

C’è chi lo vede pronto a sbancare il Mondiale SBK, ma per uno come lui è un pò come passare dal girare Avatar al fare un cameo in Friends. Poi ci sono anche quelli che lo vedrebbero bene nell’Endurance, ma a 4 ruote. Il treno della F1 è perso, ma c’è sempre Le Mans e Steve McQueen ha già dimostrato che anche lì si può fare del buon cinema. Per non parlare dei Rally, e lì il titolo è già scritto “Di traverso”.

In realtà, tutte queste sono solo ipotesi estremamente fantasiose. Ma se parliamo di uno sportivo che una volta per festeggiare l’ultimo ciak di una scena perfetta si è chiuso in un bagno a bordo pista, direi che la fantasia non può difettare. Per ora godiamoci gli altri trailer che mano a mano ci arriveranno da Phillip Island e dal Qatar. Ci potrebbe essere il rientro nel cast di un australiano cocciuto, che di fronte alla bolognese cede sempre. Ci potrebbe essere il cattivo della Malesia che cade in un burrone a forma di via di fuga proprio all’inizio del nuovo film, restituendo entusiasmo al pubblico italiano in sala. E poi c’è sempre lui, quello spagnolo che sembra sempre più simile al Terminator di Schwarzneggher di prima maniera. Incredibile perfomance fisica, davvero pessimo nella recitazione.

Per ora in sala passano questo e i dubbi che questo film non possa essere un campione di incassi onestamente non attraversa la mente di nessuno. Di solito in sala le luci si spengono quando inizia il film, mentre in Qatar si corre di sera, quindi lì le luci si accendono. Un mondo alla rovescia, in attesa di scoprire tutti i dettagli della trama.

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