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Chaz Davies e il coraggio di osare

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Qual’è il momento in cui la normalità e l’eccellenza di incontrano? Chaz Davies l’ha mostrato ad Aragon

C’è un limite nella vita di uno sportivo, un muro che divide la normalità dall’eccellenza. Può essere un momento o una gara come questa, e Chaz Davies oggi ha superato sè stesso e quel limite. Un limite che a volte in un pilota non è solo da ricercarsi in lui, a volte è dato dal mezzo meccanico che per alcuni motivi, seppur piccoli, non può portarti all’eccellenza.

Ad Aragon Chaz è andato oltre il mezzo meccanico, oltre la bravura e l’ingordigia del suo rivale. Oggi il gallese volante della Ducati ha piegato il campione del Mondo con la grinta, quella grinta che solo i grandi piloti del passato della Superbike ci hanno mostrato. Dopo la caduta di ieri, e un 10° posto in griglia, molti piloti avrebbero solamente cercato di concludere la gara nel miglior modo possibile, senza strafare, portando a casa punti preziosi per il campionato, perchè il mondiale finisce quando la bandiera a scacchi sventola sulla matematica certezza, quando i numero condannano il coraggio.

CHAZ DAVIES ARAGON

@DUCATI

Chaz Davies non è un pilota qualunque, è un mastino da combattimento e con la “spallata” dell’ultimo giro ha fatto intendere a Jonathan Rea che lui ci sarà fino alla fine, che non si darà per vinto fino all’ultima staccata, dell’ultimo giro del campionato. Fin quando la matematica non dirà che è ora di deporre le armi. Per battere un Jonathan Rea stellare come quello delle ultime stagioni, serve qualcuno come Chaz Davies, qualcuno che riesca a forzare quella corazza di superiorità che il pilota Kawasaki è riuscito a creare attorno a se.

La fortuna aiuta gli audaci, anche se in gara1 era ancora completamente bendata, e bisogna provarci sempre se si vuole strappare il numero uno dalle carene della verdona di Akashi. Nessuno dice che sarà facile gareggiare sempre in bilico tra finire nella polvere oppure sull’altare. Ieri era polvere, ma oggi l’azzardo ha pagato con il gradino più alto del podio. Finire sempre dietro a Johnny non serve a nulla. Serve il coraggio di osare.

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