
F1, confessione da brividi (www.motorinews24.com)
La Formula Uno è da sempre uno sport molto rischioso, ma la confessione di un campione in particoalre ha lasciato tutti quanti basiti.
La F1 è uno degli sport più celebri e amati del momento, anche per la sua lunga storia e il suo vasto collegamento nel panorama automobilistico, che ha contribuito a rendere certi eventi sportivi davvero leggendari. Pensiamo al GP del Nurburgring, a quello di Montecarlo, a Spa-Francorschamps o a Monza.
Tutte corse rese iconiche e, purtroppo, molto pericolose. Specialmente in passato, quando la sicurezza non era minimamente arrivata al livello che invece pare aver raggiunto negli ultimi anni.
Tuttavia, anche se sembrano essere anni davvero lontani da quelli attuali, fa ancora molto effetto leggere certe confessioni. Rivelazioni che tornano a rimbombare a dir poco nei ricordi e negli eventi che hanno gettato luce e ombra sulla massima serie automobilistica. Come testimonia il racconto che stiamo per svelarvi nelle righe a seguire.
F1, il campione si confessa: i dettagli
La F1 un tempo era davvero uno sport pericoloso, tant’è vero che era abbastanza comune fra i piloti e i team accettare il rischio concreto di perdere la vita in pista. Lo sa bene Sir Jackie Stewart, tre volte campione del mondo di Formula Uno e che – pur sopravvivendo – ha vissuto l’epoca più grigia della classe regina del motorsport. E infatti, non molto tempo fa, ha affermato che durante gli anni in cui ha corso da grande protagonista, chiunque gareggiava in maniera costante aveva due probabilità su tre di perdere la vita. Una confessione straziante, ma che dà l’idea di ciò che questo sport era in passato.
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E anche se qualche incidente mortale c’è stato anche nel ventunesimo secolo – pensiamo a quello che ha portato alla perdita di Jules Bianchi – la perdita di vite umane in pista non è più stata così frequente come precedentemente. L’opinione di Stewart non è così surreale, né figlia del racconto di un pilota influenzato dalla sua esperienza; 40 anni fa correre con una monoposto così veloce era pericolosissimo, inoltre la sicurezza non era assolutamente al primo posto. Basti pensare che solo nel 1972 sono state rese obbligatorie le cinture di sicurezza. Probabilmente, molte cose sono cambaite dal momento esatto in cui Ayrton Senna è deceduto nel corso del GP di Imola del 1994.
Da quel momento esatto in avanti, anche la F1 è diventata più sicura. Nel 2025 possiamo dire che la possibilità di morire in qualifica o gara è decisamente più bassa rispetto al passato, e ciò non ha minimamente inciso sullo spettacolo. Stewart, che si è sempre battuto per temi del genere, è uno di quei piloti che sa perfettamente quanto sia significativa la rivoluzione che lo sport di cui è stato re per ben tre volte ha subito negli anni.