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MotoGP

Jorge Lorenzo e quell’eccezione in negativo che rovina tutto

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Le immagini di Jorge Lorenzo che lascia cadere la Desmosedici a terra hanno scatenato le reazioni del web. Ma è giusto puntare il dito contro un pilota per un comportamento simile in quella situazione?

In questi giorni successivi al GP d’Argentina, sui social network si seguita a discutere, in maniera più o meno critica, dello scatto d’ira di Jorge Lorenzo nei confronti dell’incolpevole Desmosedici. Per i pochi appassionati che non sono a conoscenza del “fattaccio”, si sta parlando di un Lorenzo che, una volta sollevata da terra la sua moto irrimediabilmente danneggiata da una caduta, inveisce contro la malasorte e, invece che consegnare la sua Ducati ai commissari ormai giunti a pochi metri da lui, la scaglia a terra in un gesto di dispregio.

Fermo restando che non sono mai azioni gradevoli da vedere, soprattutto per i vertici e per i tifosi di una casa costruttrice, bisognerebbe anche analizzare il contesto.
I tifosi sembrano pretendere che ogni pilota debba essere sempre gentile, disponibile e proiettato verso il prossimo. Tutti abbiamo criticato le recenti immagini di Valentino Rossi che non si ferma a firmare un autografo a un bambino o di Jorge Lorenzo che “saluta” un giornalista mostrandogli il dito medio. Purtroppo, in questa nostra nuovissima italianità non ci soffermiamo nemmeno a valutare la situazione, il contesto e i protagonisti. A volte ci accaniamo persino su evidenti fotomontaggi creati esclusivamente per aumentare tensioni e malumori.

Per un bambino al quale non è stato firmato un autografo, ce ne sono altri milioni cui Rossi ha invece firmato oggetti, fotografie o vestiti. Ma è l’eccezione in negativo, oggi, l’unica a colpire e a ottenere successi tra i media e i social network. I piloti, da sempre, sono sottoposti a enormi stress, a privacy continuamente negate, a situazioni spiacevoli con contratti in scadenza, penali o sponsor. A volte sono costretti a salire in moto e a dare il 100% anche se sono ben lontani dall’avere la mente serena. Ai tifosi piace vederli come moderni cavalieri, senza macchia e senza paura, ma come ogni essere umano anche i piloti hanno le loro esigenze e le loro difficoltà. Non è semplice concentrarsi per una gara di un campionato mondiale se il tuo contratto non ha garanzie di rinnovi, se hai attorno decine di fans che ti strattonano e ti urlano nelle orecchie chiedendoti di posare per un selfie.

Quindi, per quanto taluni gesti , come quello di Jorge Lorenzo, sono e resteranno spiacevoli da vedere, è giusto valutare la situazione che ha portato a tale azione. Ogni pilota ha un carattere diverso. Un episodio curioso mi capitò durante una gara del Mondiale Superbike di alcuni anni fa. All’epoca lavoravo per un pilota molto veloce e che aveva un carattere eccezionalmente pacato e disponibile. La sua esclamazione più frequente era “No problem”. Spesso, negli anni, era stato coinvolto incolpevolmente in cadute, a volte la sua moto aveva presentato problemi tecnici e in alcuni casi erano stati commessi errori da parte dei tecnici. Mai, però, l’avevo visto perdere le staffe se non in questa occasione.

Si partiva per la prima manche in una tappa extraeuropea e noi eravamo schierati in seconda fila, con ampie speranze di terminare la gara nei top five. Al termine del primo giro, invece, un altro top rider, sbagliò completamente una staccata e colpì il nostro pilota. Il colpevole chiuse lì la sua gara, con la moto danneggiata. Noi invece rientrammo in pista, ultimi, con oltre venti secondi di distacco da chi ci precedeva. Dopo un’incredibile gara di rimonta e quasi una decina di sorpassi, terminammo al quattordicesimo posto. Il mio pilota rientrò al box allargando le braccia e alzando le spalle. Seppur con un pizzico di amarezza, sul suo volto c’era comunque un sorriso. Noi ricambiammo, la gara era stata comunque eccezionale.

Purtroppo, nel frattempo, il pilota che aveva causato l’incidente aveva raggiunto da tempo il suo box e, intervistato dalla tv locale, aveva completamente scaricato le proprie responsabilità, dichiarando che la colpa dell’incidente era imputabile solo a noi. La sfortuna volle che questa breve intervista andasse in onda trenta secondi dopo l’arrivo del nostro pilota al box, così lui la vide in diretta, prima ancora di posare casco e guanti. Se non si era arrabbiato per l’incidente e non si era innervosito per i tanti punti persi, quando si vide accusato del contatto, perse invece letteralmente le staffe. Dovemmo letteralmente rincorrerlo lungo la pit lane e tenerlo stretto per evitare che arrivasse alle mani con l’altro pilota.

Nessuno si sarebbe aspettato da lui una reazione simile, probabilmente anche causata dalla somma delle delusioni di quella gara. Ricordiamoci, quindi, che prima di puntare il dito verso un pilota che si rende protagonista di un episodio seppur sgradevole come quello di Lorenzo in Argentina, è fondamentale cercare di analizzare le cause e le situazioni che hanno portato a tale gesto.

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