
La vera storia del Maggiolino (www.motorinews24.com)
Il Maggiolino è uno dei modelli più iconici della storia, ma cosa c’è dietro l’utilitaria voluta da Adolf Hitler? Scopriamolo.
Adolf Hitler è stato il cancelliere della Germania nazista, l’uomo che ha trascinato nel baratro prima etico e poi economico un’intera popolazione, che è sprofondata nella vergogna e nella terribile accettazione di aver perso una guerra che ha dato vita anche a un atroce genocidio di milioni di vittime fra ebrei, omosessuali, transessuali e molte altre minoranze colpite duramente dalla folle esecuzione voluta da Hitler.
Ma è stato anche l’uomo che più di ogni altro ha desiderato che venisse realizzata un’autovettura ‘per il popolo’, una macchina che potesse rendere i tedeschi capaci di acquistarla senza badare a spese particolari. Quell’auto, sicuramente, è stata il Maggiolino, prodotto dalla Volkswagen in milioni e milioni di esemplari. Ma qual è l’assoluta verità relativa a questo modello a quattro ruote a dir poco iconico e tanto voluto da Hitler? Scopriamolo.
La vera storia del Maggiolino, l’utilitaria voluta da Hitler
“Finché l’automobile resterà privilegio esclusivo della classe benestante, per tutti gli altri milioni di bravi lavoratori tedeschi sarà amara la sensazione di sentirsi esclusi dalla possibilità di utilizzare questo mezzo di trasporto, che non soltanto potrebbe essere loro utile ma potrebbe anche essere fonte di felicità e gioia nelle giornate di festa. Dobbiamo togliere all’automobile il carattere di privilegio, e il valore di spartiacque che ha assunto tra le fascie sociali”. Così Htiler ha esordito nel 1933 nel suo primo discorso da cancelliere tedesco. E forse, proprio in questo modo sarebbe venuto il momento di pensare al progetto di una macchina adatta a tutti i cittadini tedeschi, per dimensioni, qualità e prezzo. Hitler voleva una Volkswagen, che significa in Italiano “vettura del popolo”.
Porsche presentò il cosiddetto Progetto 12, e anche se non sappiamo nulla di ufficiale sull’incontro, pare che Hitler pretendesse che il consumo non fosse superiore ai sette litri per 100 chilometri e il prezzo non superiore ai mille marchi. Il progetto venne così affidato al costruttore tedesco, che secondo alcuni storici ricevette circa 5 milioni di euro attuali per realizzare la vettura tedesca. Tuttavia, con i mesi che passavano e con l’industria auatomobilistica che cresceva, il progetto 12 non stava proseguendo esattamente a gonfie vele. Purtroppo, infatti, abbassare i costi non era una missione così facile. Nonostante i ritardi, a Hitler non dispiaceva affatto come situazione.
Visualizza questo post su Instagram
Soprattutto perché poteva cogliere la palla al balzo per criticare l’industria automobilistica e arrivare al suo vero obiettivo: far costruire la Volskwagen al governo. Ancora prima della chiusura della fase di test, che aveva previsto molti problemi di affidabilità per questi modelli economici, l’RDA propose di sostituire Porsche e dare un futuro al progetto, rielaborandolo completamente. Daimler, Opel, Auto-Union e Adlers avrebbero costruito l’auto e venduta a 1.000 marchi, ma con una sovvenzione del governo di almeno 1.000 marchi a modello. Hitler, però, la pensava diversamente. Temeva che qualcun altro potesse realizzare la ‘vettura del popolo’, e così decise di agire: l’RDA avrebbe fatto dono dell’intero progetto Volskwagen alla Kraft durch Freude, oganizzazione dopolavoristica del partito nazista.
L’auto sarebbe stata finalmente commercializzata direttamente, senza intermediari, e il prezzo sarebbe rimasto sotto i 1.000 marchi. Per creare la macchina, lo stabilismento scelto fu quello di Fallersleben, in un’area agricola in Bassa Sassonia, dove era stato deciso di realizzare la prima fabbrica integrata nel territorio circostante. Era necessario progettare una vera e propria città, in grado di alloggiare due turni di dodicimila oeprai con le loro famiglie, per un numero complessivo di 90.000 abitanti. Fu chiesta una mano anche all’Italia di Benito Mussolini, alleato della Germania.
L’apparizione ufficiale dell’auto avvenne nel febbraio 1939 al Salone di Berlino, e fu successo immediato. L’auto, però, non arrivò mai a nessun cliente che l’aveva ordinata. La guerra scatenata nel 1939 portò addirittura la Volkswgen a produrre la Kubelwagen, versione militare della macchina del popolo. Un epilogo drammatico, che ha trasformato le ambizioni di Hitler in un connubio di dolore e sofferenza per il popolo tedesco, che ha pagato a caro prezzo le decisioni dell’ex cancelliere, dalla guerra all’olocausto. Il Maggiolino verrà ultimato anni dopo, ma la sua storia – nata sotto la stella oscura di Hitler – è iniziata decisamente prima dell’inizio e della fine della seconda guerra mondiale.