MotoGP, Petrucci: «Da Sepang con la stessa Ducati dei piloti ufficiali»
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MotoGP, Petrucci: «Da Sepang con la stessa Ducati dei piloti ufficiali»

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Intervenuto a Tutti Convocati su Radio24, Danilo Petrucci parla dei propositi per il 2018, di Marquez, Rossi e dei suoi avversari, rivelando che…

Dal 2012 presenza fissa della MotoGP, dal 2015 parte del team Pramac Racing, Danilo Petrucci è atteso ad una stagione da protagonista in virtù dei 4 podi conquistati nel corso del 2017. Riconfermato nei piani Ducati con contratto diretto con la casa madre, a Tutti Convocati in onda su Radio 24 il pilota originario di Terni ha parlato delle sue aspettative per il 2018 e non solo: di seguito uno stralcio di alcuni dei passaggi più significativi.

DUCATI 2018 – «Non so ancora cosa dovrò provare, ma in linea di massima per i primi test io e i due piloti ufficiali avremo la stessa moto ed i medesimi sviluppi: partiremo a pari condizioni. Lo scorso anno ho sviluppato una differente specifica di motore che dava sì dei vantaggi, ma presentava diversi problemi tecnici: quando si rompeva, trascorrevo tanto tempo al box e questo non è certamente positivo, visto che in MotoGP c’è poco tempo per girare. Dal Mugello in avanti, quando la situazione si è stabilizzata, i risultati si sono visti»

«HO RINUNCIATO AD UN PREMIO DI 50.000 EURO» – «Con l’azienda di caschi che mi sponsorizza (Nolan/X-lite, il Presidente Alberto Vergani è inoltre diventato il suo manager, ndr) era previsto nel contratto un premio di 50.000 € al raggiungimento del primo podio. Quando ho centrato per la prima volta questo risultato ho rinunciato a questo compenso: in passato, quando non ero nessuno, mi avevano sponsorizzato e aiutato sulla fiducia. Mi sembrava il modo più opportuno per ripagarli. Alla fine è facile dire che i soldi non fanno la felicità, ma in MotoGP siamo 23-24 piloti che abbiamo una gran voglia di vincere e questo va al di sopra dei guadagni o della popolarità».

PIÙ TECNICO, MENO PASSIONALE – «Mi ritengo un pilota sempre dallo stile ruspante, ma per compiere l’ultimo step dovrò lasciare da parte l’istinto. Quando c’è da rischiare qualcosa sono sempre pronto, tuttavia dovrò cercare di diventare più tecnico, più metodico e nel contempo meno passionale».

VITTORIA? NESSUNA OSSESSIONE – «Lo scorso anno sono arrivato molto vicino alla vittoria in diverse occasione, ma per me non è mai stata un’ossessione. Ho visto che, quando lotti per il podio, sei di fatto già vicino alla vittoria. L’importante è stare sempre nei primi 4-5, perché in certe situazioni la differenza la fa il caso, il trovarsi al posto giusto ed al momento giusto. Mi è successo ad Assen quando ho perso la gara per un doppiato… Adesso ho capito quello che bisogna fare e voglio far tesoro di queste esperienze».

ROSSI O MARQUEZ? – «Chi preferirei battere tra i due? Direi Marquez: siamo praticamente della stessa età e ho come la sensazione che lui sarà uno di quei problemi che mi porterò avanti per tutta la vita… Marquez è un pilota che sembra avere oggi qualcosa in più e resta il favorito per il titolo. Nella lotta non estrometto i soliti Dovizioso, Rossi, Vinales, Pedrosa e ci metto anche Lorenzo, avrà più la moto in mano. Mi piacerebbe starci anche io in questa lotta per la vittoria qualche volta… Rossi? Per me è ancora un vincente. Lo vedi sempre nelle difficoltà nelle prove il venerdì e sabato, poi la domenica te lo ritrovi lì a giocarsela. A 38-39 anni ha ancora una passione incredibile, gli dà proprio gusto correre. Di lui apprezzo che non si è mai tirato indietro: dopo la difficile esperienza in Ducati poteva dire basta, invece si è voluto rimettere in gioco con la Yamaha del Campione del Mondo per vedere se il problema era lui o la moto…»

LA MOTO O LA RAGAZZA? – (A domanda di Leo Turrini se di Iannone invidia più la Suzuki o Belen?) «Dipende se parliamo di giorno o di notte… In ogni caso preferisco la moto o la ragazza: alla fine la moto si può spegnere e si ferma lì, mentre la ragazza parla, parla…»

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