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MotoGP, KTM e Red Bull vogliono Marc Marquez

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La KTM è entrata in MotoGP per fare le cose sul serio, ed il partner Red Bull vuole mettere a disposizione il budget per tentare il colpaccio di mercato per il 2019 prendendo Marc Marquez

Quando la Red Bull entra in una categoria del Motorsport, lo fa spesso a muso duro. Lo ha fatto in F1, quando ha rilevato le ceneri della Jaguar. All’epoca l’operazione Red Bull in F1 sembrava quasi esclusivamente una grande idea di Marketing, legata tantissimo ad un modo di “fare” comunicazione sopra le righe. Le feste delle prime Hospitality Red Bull in F1 sono ancora leggendarie tra chi frequenta il Paddock. Poi hanno iniziato a fare le cose sul serio, hanno preso il miglior motore, il miglior Responsabile Tecnico, nello specifico sua Ingegneria Adrian Newey, e hanno trovato il miglior talento al volante che ci fosse in giro, nello specifico un certo Sebastian Vettel. Il risultato è stato un dominio durato diversi anni ed un aumento massiccio di consumo di medicinali per combattere emicrania dalle parti di Maranello ed in diverse Factory in Gran Bretagna. Il tutto condito da un programma dedicati ai giovani che fa impressione ed ha generato negli anni fenomeni come Daniel Ricciardo e Max Verstappen.

Un sistema vincente, che la Red Bull ha intenzione di replicare in MotoGP. La partnership con KTM parte da questo, dall’esigenza di replicare un sistema che in F1 ha funzionato. La riprova è la presenza di una moto con livrea e colori KTM – Red Bull praticamente in ogni categoria. Si passa dalla Rookies Cup, alla Moto3. Da questa stagione c’è anche la Moto2 ed è fresca di debutto la MotoGP con questi colori. L’idea è di far crescere giovani talenti con un programma ben stabilito, che preveda delle tappe precise. Un percorso che in F1 è stato stabilito da Helmut Marko, noto per non essere propriamente gentilissimo con i piloti che non riescono a stare al passo. Ma la F1, come la MotoGP, è un mondo che non aspetta nessuno. Il ritmo è vorticoso e la ricerca della performance assoluta diventa un’ossessione.

Il debutto in MotoGP è avvenuto in modo soft, con un programma di test di un anno per KTM, per far crescere la RC-16 e assieme per far crescere tecnici in pista, ingegneri in Factory. C’era la necessità di costruire un enorme know-how, e bisogna ammettere che il lavoro svolto sta iniziando a pagare. La KTM RC-16 oggi è decisamente una moto interessante, un progetto che dimostra una crescita costante e che ha del potenziale ancora da esplorare. I piloti scelti per il debutto stanno forse offrendo prestazioni al di sotto delle aspettative, tesi avvalorata dalla bellissima performance di Mika Kallio in Austria.

KTM DEBUTTO MOTOGP

@KTM

Ma il piano non è concentrato su di loro. La strategia era di far debuttare la moto con due piloti abbastanza esperti da aiutare nello sviluppo, ma con dei curriculum non abbastanza pesanti da creare aspettative inutili. Nel 2016 era stato avvicinato anche Andrea Dovizioso, ma il pilota di Forlì preferì restare fedele alla Ducati piuttosto che pensare all’ingaggio superiore che avrebbe percepito in KTM. Adesso la situazione è cambiata, e il panorama inizia a diventare molto interessante soprattutto per il futuro. I contratti di Espargarò e Smith scadono a fine 2018, ma il britannico è decisamente in bilico viste le prestazioni tutto sommato deludenti che sta offrendo. Dalla sua, il buon Bradley sembra poter vantare una grande attitudine al collaudo ed allo sviluppo del mezzo, dimostrando di essere una risorsa comunque importante per KTM. Ma guardando al 2019, le cose cambiano.

La speranza è ovviamente di riuscire a rendere la moto più competitiva, di riuscire a farla crescere al punto di mettere in pista una coppia in grado di fare la differenza. Perchè è chiaro che in MotoGP, il pilota fa ancora una netta differenza, e se non hai il pilota giusto non vincerai mai. Ma allora chi è il pilota giusto per KTM e Red Bull? Il profilo perfetto, è quello di Marc Marquez. Lo spagnolo ha già vinto tre titoli di campione del mondo in MotoGP, ed in questa stagione potrebbe agguantare il quarto alloro. Facile prevedere che sia un uomo da temere anche per il 2018, e se dovesse davvero vincere ancora, il bottino potrebbe salire a 5 titoli in 6 anni di MotoGP. Un ruolino di marcia che scoraggerebbe qualsiasi avversario e soprattutto un pilota giovane che ha già vinto tantissimo.

Un mix che potrebbe generare la voglia di cambiare, come è stato per Valentino Rossi quando salutò la Yamaha per tentare la sfida in Ducati, o per Jorge Lorenzo, protagonista dello stesso percorso. Marc Marquez potrebbe diventare l’uomo su cui KTM e soprattutto Red Bull potrebbero puntare. Attualmente, Red Bull è sia sponsor personale che partner di Honda in MotoGP nella squadra HRC. Eppure, se la KTM dovesse crescere come si spera, è probabile che questa partnership tra Honda e Red Bull venga come minimo ridimensionata. Il ruolo di secondo pilota in squadra spetterebbe ovviamente ad uno dei piloti attualmente impegnati in Moto2, ovvero Oliveira e Binder, che stanno crescendo e dimostrando grande competitività. C’è anche l’ipotesi che KTM metta in pista alte due moto dal 2019 a disposizione di un Team clienti, che potrebbe diventare il modo perfetto per far fare esperienza in MotoGP ad un Rookie per poi passarlo in “prima squadra”. Questa strada sembra in tanti modi simile a quella tracciata in F1 dalla squadra Red Bull diretta da Christian Horner, che attinge spesso dalla sorella Toro Rosso, ed è un sistema oggettivamente vincente.

Si dovrà solo capire quanto sarà in grado di crescere la KTM nel 2018 ed anche che offerta ha in mente la Red Bull per Marc Marquez. Attualmente il pilota spagnolo non ha un ingaggio al livello di quello che percepisce Lorenzo in Ducati, e probabilmente non guadagna quanto Rossi in Yamaha. Con tutta probabilità, al termine del 2018 Marquez avrà vinto almeno un altro titolo di campione del mondo, e con un curriculum del genere, potrà anche valutare di cambiare aria e pensare alla propria tasca. La Red Bull l’ha sempre seguito, dalla Moto3 alla Moto2, fino alla MotoGP. Adesso potrebbe essere lui a pensare di seguire Red Bull, soprattutto se quest’ultima sarà disposta a pagare il conto. Di solito Dieter Mateschitz, titolare di Red Bull, non si tira indietro quando si tratta di mettere mano al portafoglio.

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