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MotoGP, Lorenzo e Iannone: una vendetta lunga 14 gare

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Sia Jorge Lorenzo che Andrea Iannone sono praticamente fuori dalle attuali squadre. Le restanti 14 gare di stagione diventeranno una lunga vendetta?

Nelle dichiarazioni che precedono il Gran Premio d’Italia al Mugello, appare chiaro che la storia d’amore tra Andrea Iannone e la Suzuki sia ormai al capolinea. Sembrava che i podi di Texas e Jerez potessero aver riaperto uno spiraglio per la conferma assieme a Rins, ma evidentemente qualcosa si è rotto e Iannone ha annunciato in prima persona che nella prossima stagione non sarà un pilota Suzuki. Le sue parole sono piene di amarezza, con il pilota che accusa in modo neanche tanto velato la Suzuki di non averlo mai difeso, preferendo scaricarlo invece di dargli il tempo nel 2018 di esprimere il proprio potenziale. Situazione simile a quella che c’è in Ducati, con l’aggravante per Lorenzo che la Desmosedici è una moto vincente, come dimostrano le prestazioni di Dovizioso. Anche Miller e Petrucci stanno andando molto forte con le proprie Desmosedici, quindi appare chiaro che Lorenzo, pagato a peso d’oro, sia destinato a cambiare aria.

Cosa hanno dunque in comune le storie di Iannone e Lorenzo? Di fatto, entrambi vivranno la maggior parte del 2018 da separati in casa con il proprio team. Per la precisione ben 14 gare, ovvero circa il 75% del campionato. Qualcuno potrebbe obiettare che Lorenzo ha vissuto una situazione simile in Yamaha nel 2016, quando ad inizio anno ha firmato il contratto per andare in Ducati. Ma la differenza enorme è che nel 2016 Lorenzo era campione del mondo in carica, aveva vinto tre titoli con la M1 ed era un vero faro per la Yamaha dal punto di vista tecnico. Semplicemente aveva ricevuto un’offerta grandiosa da Ducati dal punto di vista economico e voleva provare la sfida di correre e vincere con la Rossa.

Adesso la situazione è molto diversa, perché gli sguardi tra Lorenzo e la sua Desmosedici non sono assolutamente dolci come quelli che il maiorchino si scambiava con la sua M1 nel box. Eppure lo spagnolo, che è un testardo incredibile capace di ridefinire il concetto di “determinazione”, vuole vincere questa sfida, vuole dimostrare che può salire sul gradino più alto del podio anche con la Ducati. Conoscendo l’attitudine di Lorenzo, sarebbe davvero curioso scoprire cosa sarebbe in grado di fare qualora dovesse riuscire a trovare la quadra con la Desmosedici. Tutti dovrebbero ricordarsi che lo spagnolo è stato capace in Yamaha di mettere assieme anche un numero impressionante di vittorie consecutive nel 2015, il tutto condito dal perfetto feeling con la M1. Sia a Jerez che a Le Mans, Lorenzo ha condotto alcuni giri in testa alla gara, ha dimostrato di poter essere al top con la Desmosedici. Se dovesse trovare il modo di mantenere quel ritmo per tutta la gara, sarebbe perfettamente in grado di vincere a ripetizione. Vi immaginate la faccia di Domenicali se a fine stagione Jorge Lorenzo dovesse vincere più di due gare in stagione? Forse non sarà una vendetta nei confronti di Ducati, visto che Lorenzo ha espresso parole di riconoscimento per chi ha investito molto su di lui e ha creduto nel progetto. Ma sarà senza dubbio una vendetta nei confronti di tutti quelli che lo danno per bollito, per finito e per quei folli che l’hanno addirittura visto pronto al ritiro.

Passando ad analizzare la situazione di Andrea Iannone, la faccenda cambia leggermente ma resta sostanzialmente su binari simili. Ad inizio 2017 fu totalmente sbagliata la scelta del motore in Suzuki, rovinando completamente una stagione. Con Rins infortunato e Iannone che con conosceva la moto, l’indirizzo tecnico è stato purtroppo sbagliato. Nel 2018 le cose stanno andando diversamente, ma sembra che non si voglia aspettare e soprattutto sembra che la volontà di Brivio sia quella di ripetere con Joan Mir l’operazione già riuscita in passato con Vinales. Tornano in mente le immagini delle lacrime di Iannone ad Austin, quando è finalmente salito sul podio con la GSX-RR. Il pilota di Vasto è un talento incredibile, padrone di una velocità istintiva assolutamente impressionante. E’ stato un grande rivale di Marc Marquez in Moto2 ed è senza dubbio uno dei piloti più dotati nel paddock del mondiale. E’ stato attaccato moltissimo per la sua storia con Belen e tutti i gossip derivanti, ma ha dimostrato in pista di essere assolutamente un top rider.

La sua volontà è ovviamente quella di dimostrare che la Suzuki ha avuto troppa fretta a liquidarlo preferendogli Alex Rins. Per qualche settimana sembrava anche plausibile il suo ritorno a Borgo Panigale, presumibilmente in Pramac per rilevare la moto di Petrucci, destinato al Team interno. Le prestazioni di Jack Miller però hanno convinto la Casa di Borgo Panigale a tenere sia Petrucci che Miller, per cui non si sono create le condizioni per vedere Iannone su una Desmosedici. Probabilmente la firma arriverà con Aprilia per cercare di portare la RS-GP ai livelli che spesso sfiora ma che non riesce a conquistare con continuità.

Adesso sia Jorge Lorenzo che Andrea Iannone sono pronti ad affrontare il Mugello, con la consapevolezza che queste quattordici gare saranno un autentico conto alla rovescia prima della prossima sfida. Quattordici gare durante le quali cercare di farsi rimpiangere, durante le quali dimostrare che sono entrambi perfettamente in grado di esprimere il proprio potenziale sulle attuali moto come su qualsiasi altra moto. Quattordici gare per dimostrare che in MotoGP il pilota fa ancora la differenza.

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