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MotoGP: Rossi, il ritiro e quel record di Agostini

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Valentino è distante 7 vittorie dall’eguagliare il record assoluto di Agostini. In due stagioni il primato sarebbe raggiungibile, a patto di avere una Yamaha competitiva

Rossi, ritiro e record. Tre R intrecciate tra loro per delineare gli ultimi anni di carriera di una leggenda del motociclismo che nelle sue oltre 20 stagioni di Motomondiale è riuscito a trasformare il suo stesso sport, rendendosi il termine di paragone ultimo per tutti quelli venuti dopo di lui. La parabola agonistica di Valentino Rossi sta volgendo in questi anni alla fine, ma il Dottore non ha ancora fatto sapere quando vorrà davvero smettere di visitare: il suo contratto con Yamaha scade a fine 2018, ma si fanno insistenti le voci che parlano di un possibile rinnovo ancora per un’altra stagione. Lui dal canto suo ha spiegato che il ritiro lo spaventa, e allora è lecito immaginare che, soprattutto se da Iwata gli sapranno fornire una moto competitiva, il 46 più famoso del mondo potrebbe davvero festeggiare i suoi primi 40 anni di vita in sella ad una MotoGP, inseguendo il sogno mondiale. Oltre al 10 titolo iridato in carriera e all’ 8° nella top class, che gli permetterebbe di eguagliare il primato di Agostini, Valentino insegue un altro record, anche questo appartenente al mitico Ago: quello delle vittorie assolute nel Motomondiale. Agostini viaggia in testa a quota 122, Rossi insegue a 115. 7 successi sono quelli che servono a Vale per agguantare quest’ennesimo primato, dopo essere diventato in questi anni il pilota con più successi in top class e con più podi di sempre tra tutte le classi. La distanza di per sé non è proibitiva, ma Valentino deve fare i conti con gli avversari, agguerritissimi, e con le prestazioni della sua moto, che nel 2017 gli ha permesso di salire sul gradino più alto del podio una sola volta.

Centrare il record in una sola stagione è quasi impossibile, significherebbe assicurarsi quasi certamente anche il mondiale, ma con un po’ di fortuna in due anni il primato è eguagliabile: la miglior stagione di Rossi da quando è rientrato in Yamaha è stato il 2015, annata in cui ha centrato 4 vittorie; nel 2014 e nel 2016 ne arrivarono due a testa, che corrispondono esattamente alla media di Valentino dal 2013 ad oggi. Troppo poco, ma basterebbe un leggero miglioramento per realizzare l’impresa. Se la Yamaha tornasse con costanza ad essere la moto migliore del lotto, allora ecco che per Vale si aprirebbe uno spiraglio nell’inseguimento ad Agostini. Un motivazione in più per costringere la MotoGP a rimandare ancora per qualche tempo tutti i discorsi ed i ragionamenti sul cosiddetto post-Rossi: siamo sicuri che in Dorna sarebbero ben contenti di farlo.

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