BSB, Bradley Ray il ragazzino che fa volare la Suzuki
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BSB, Bradley Ray il ragazzino che fa volare la Suzuki

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Tra le rivelazioni del 2017, Bradley Ray punta a stupire nuovamente nel British Superbike con i colori Buildbase Suzuki: a 20 anni può sognare…

In una (memorabile) stagione 2017 del British Superbike vissuta a lungo nella lotta generazionale tra le “vecchie volpi” ed i “giovani leoni” del motociclismo britannico, c’è stato (eccome…) spazio per un rookie. Accolto con scetticismo da molti, Bradley Ray ha spazzato via ogni genere di prematura valutazione sul suo potenziale velocistico. «Talento sì, ne ha. Manetta, pure. Ma senza esperienza può fare poco…», era la tesi che andava per la maggiore. Eppure l’occhialuto pilota di Ashford ci ha messo poco per entrare a far parte dell’elite del BSB, con risultati a dir poco rimarchevoli.

Senza una pregressa esperienza con una 1000cc, all’esordio con una Superbike con la debuttante Suzuki GSX-R 1000, l’ex pilota del CEV e Red Bull MotoGP Rookies Cup in poche gare era già presenza fissa della top-10, suggellando con il sensazionale podio in Gara 2 ad Oulton Park un 2017 da incorniciare. Il tutto a 20 anni compiuti il 16 maggio scorso, debuttando nel BSB da ancora diciannovenne.

«Ad inizio stagione l’obiettivo era di contenere il gap da Sylvain Guintoli a 1″ e giocarmela con Taylor Mackenzie», ha ricordato a più riprese Brad, «ritrovarmi come miglior pilota Suzuki in pista non me lo sarei mai immaginato!». Una situazione replicatasi più volte nell’arco della stagione con, soltanto negli ultimi 2 round, Guintoli in grado di scalzare il baby-Ray nella generale.

Questi exploit tutt’altro che isolati non hanno lasciato nell’indifferenza importanti manager del motociclismo britannico, ma per il 2018 l’originario della contea di Kent ha deciso di proseguire l’avventura con il team Hawk Racing sotto le insegne Buildbase Suzuki. Con Richard Cooper compagno di squadra, Bradley sarà pilota di riferimento della casa di Hamamatsu nella categoria, massimizzando l’esperienza maturata lo scorso anno.

La cavalleria (fin troppa per le specifiche regolamentari del BSB…) della nuova Gixxer non sembra rappresentare un problema per il giovanissimo di Ashford, trovatosi a meraviglia nel gestire tale potenza senza traction control, nel contempo dando prova anche di essere un proverbiale “staccatore”. Con queste peculiarità il 2018 rappresenta potenzialmente l’anno della conferma per lui, con una missione: stupire ancora…

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