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Riccardo Russo, il divorzio con Guandalini era nell’aria

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Ufficiale il divorzio tra Riccardo Russo e il Team Guandalini, squadra per la quale il giovane pilota campano ha gareggiato in questa stagione del Campionato Mondiale Superbike. Una storia complicata

Che qualcosa fosse non perfetto tra Riccardo Russo e la squadra si era già manifestato durante il weekend scorso, a Misano, con il ritiro di Riccardo in gara 1 e il suo mancato schieramento in gara 2. Le motivazioni elencate dal pilota sono numerose. Riccardo parla, infatti, di un’atmosfera divenuta insostenibile all’interno del box e una totale mancanza di fiducia nei suoi confronti. Inoltre Russo accusa il team di avergli fornito per metà stagione una Superbike allestita con un’elettronica da Superstock, la quale influiva pesantemente sulle prestazioni della moto (il pilota parla di 20 Km/h in meno rispetto alla concorrenza) e sul consumo degli pneumatici. Infine, giunta finalmente la nuova elettronica, il team avrebbe preteso subito eccellenti risultati, senza lasciare al pilota il tempo per conoscere i nuovi limiti della sua R1.

Riccardo Russo scava ancora più a fondo, rivelando che sin dalle prime gare, le dinamiche all’interno del team erano poco ortodosse, con tecnici che cambiavano a ogni gara, con la pesante assenza di un ingegnere di pista e con ruoli poco definiti del personale, che gli impedivano di avere un punto di riferimento. Come se non bastasse, prima del weekend di Misano, il team ha fatto provare la moto a Smrz, attualmente partecipante al BSB e vecchia conoscenza di Mirco Guandalini e a Roccoli per avere altri punti di vista, mettendo in dubbio le qualità di Riccardo Russo e perdendo così, definitivamente, la fiducia del giovane campano verso il team stesso.

Immediata la risposta del patron del team che, pur confermando l’iniziale turn over dell’organico, smentisce l’instabilità della squadra. Il team manager si trova in disaccordo con quasi tutte le accuse mosse da Russo, negando che la moto abbia avuto problemi tecnici in tutta la stagione. Evidentemente, allora, le gare nelle quali Russo si è ritirato dopo essere rientrato in pit lane sono state funestate da eventi di altro tipo e non da problemi tecnici.

Sono così diversi i tempi nei quali, nel 2008, il Team Guandalini piazzava il suo pilota, Smrz, nelle posizioni che contavano. Anche nel 2009 i risultati della squadra furono notevoli, con una pole position di Smrz a Misano Adriatico e con un terzo posto del pilota ceco ad Assen. Sempre in quell’anno il Team vinse il C.I.V. categoria Superbike con Norino Brignola. Eppure già in quella stagione, a un occhio esperto non potevano sfuggire i primi segnali di un team in difficoltà. Infatti, una volta infortunato Brendan Roberts nel weekend di Monza, fu ingaggiato prima Gregorio Lavilla, il quale, dopo il weekend di Brno corso solo da Smrz, fu sostituito da Matteo Baiocco. Al termine della stagione la quasi totalità dell’organico non fu confermata per l’anno successivo.

Nel 2010 la squadra si ripresentò al Campionato Mondiale Superbike con un organico completamente nuovo e stringendo una collaborazione con il BRC Racing, creando una struttura unica che dopo alcune gare si troverà costretta a passare da Ducati, marchio con il quale il Team Guandalini era legato da sempre, ad Aprilia. Le motivazioni addotte furono una mancata competitività del bicilindrico di Borgo Panigale. Eppure Checa vinse il mondiale l’anno successivo con la stessa moto.

Da quel momento in avanti la squadra ha mantenuto un profilo molto più basso, partecipando solamente al CIV, passando da Aprilia a BMW e da BMW a Yamaha e sostituendo più volte i tecnici dell’organico. Ora, dopo la separazione con Russo, il Team Guandalini sarà obbligato a trovare, per contratto con l’organizzatore, un nuovo pilota per il weekend di Laguna Seca o, al massimo, per quello successivo che si correrà al Lausitzring, dopo la pausa estiva. Dalle ultime voci sembra che, per il weekend oltreoceano, il team mostri interesse verso Jakub Smrz. Oggi non possiamo fare altro che augurare a Riccardo Russo di trovare presto una nuova squadra che gli permetta di esprimere il suo potenziale.

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