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Yamaha, il manager Jarvis: «Infortunio di Rossi non grave, ma le conseguenze si»

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Lin Jarvis, manager Yamaha, sull’infortunio di Rossi: «Meno grave di quello del 2010 ma ha perso il Mondiale. Irritante la tempistica: era in forma per la gara di casa»

Il Gran Premio di Misano è iniziato da un giorno e sta ormai entrando nelle sue fasi calde, ma proprio adesso che i giochi iniziano a farsi duri, e i duri iniziano a giocare, si sente ancor di più che a motori spenti l’assenza di uno di questi: il Valentino Rossi che tutti i tifosi italiani attendevano. Anche il team manager Lin Jarvis è tornato a pensare all’argomento, rimasto aperto in casa Yamaha dopo la decisione di non sostituirlo per il GP in corso, e tra una sessione e l’altra ha rilasciato le seguenti importanti dichiarazioni a Crash.net: «Infortunio molto meno grave di quello del 2010, ma probabilmente altrettanto irritante. Irritante perché significa che le sue possibilità di campionato sono finite, per cui mentre l’infortunio è meno grave, le conseguenze sono altrettanto serie, specialmente ora che c’è ancora molto in gioco, essendo in forma, avendo fatto una grande gara a Silverstone, arrivando al suo gran premio dove abbiamo provato così bene, è il peggior scenario possibile in termini di tempistiche, è una grande ingiustizia».

Lin Jarvis, manager Yamaha, sull’infortunio di Rossi: «Nessun vantaggio per il team avere un solo pilota in lotta, il vantaggio è solo per Maverick

Per il team factory non è sicuramente un bel momento, nè un vantaggio come qualcuno ha stranamente ipotizzato, ma per la metà box occupata dal momentaneo unico pilota Maverick Vinales non si può dire lo stesso: «Non vedo alcun vantaggio: è meglio avere due proiettili in canna che uno. Se qualcosa succede a Marc allora Honda è in difficoltà. Ora abbiamo visto che qualcosa è accaduto a Vale, immagina se Vale fosse stato il nostro unico “proiettile”, allora saremmo in difficoltà, quindi noi non abbiamo mai dubitato che averne due sia meglio che averne uno. Se sei in lotta molte persone dicono, “sì, ma allora hai il tuo pilota che sta rubando punti dall’altro pilota”, è un sacco di spazzatura questa. Perché francamente, ogni pilota è in concorrenza l’uno contro l’altro, sia nello stesso produttore o nello stesso team– quindi, prosegue – non vedo sinceramente nessun dato positivo. Se si parla di vantaggi a breve termine, la differenza è che, siccome abbiamo questa difficoltà per avere il nuovo telaio disponibile in più numeri, ci permette di spostare due telai (prototipo 2018, ndr) a Maverick questo fine settimana. Quindi per Maverick questo week-end, è uno scenario molto migliore per lavorare nel box rispetto a se avesse una moto con un telaio e una moto con un altro telaio. Vantaggio per Maverick» si lascia scappare Jarvis.

Lin Jarvis, manager Yamaha, sull’infortunio di Rossi: «Non posso criticarlo per essere caduto, ma non credo che l’enduro serva per guidare una MotoGP»

Ma la rabbia che si cela dietro alle parole di Jarvis non c’entra con un disappunto per le dinamiche dell’incidente che ha coinvolto Rossi, da alcuni giudicato imprudente e per questo colpevole del suo “male”: «E ‘molto difficile per me criticarlo per essere caduto in enduro, perché sono circostanze personali! Non riescono a provare a guidare una bicicletta MotoGP, e non possono testare sulle piste di corsa regolari. Utilizzare metodi di formazione alternativi è il denominatore comune in questi giorni e la maggior parte di loro sceglie la guida “sporca” su terra- ma sul tema, al centro dei dibattiti in questi giorni tra piloti e addetti ai lavori, continua – penso che la guida sul ranch è diversa da quella di enduro e penso che il motocross è diverso ancora. Il “riding” su un circuito comunque è più prevedibile, in sella ad un enduro c’è sempre l’imprevisto. L’elemento della sorpresa. Se si corre enduro, si effettua una distanza enorme e probabilmente si percorre o stesso tratto solo una volta in un giorno. Non si sa mai cosa si può trovare. Quindi non credo che l’enduro sia la migliore formazione, personalmente, per guidare una MotoGP. Ma come ha detto, provano a Misano, fanno minibikes, fanno il ranch, molte discipline diverse tra cui motocross. Quello è stato solo il modo in cui è caduto. Vorrei che non avesse fatto enduro giovedì scorso! Ma lui lo ha fatto più volte in questa stagione, lo ha fatto molte, molte volte in passato. Quindi cosa puoi dire?» conclude amareggiato per il destino avverso.

Lin Jarvis, manager Yamaha, sull’infortunio di Rossi: «Prossima settimana dirò chi lo rimpiazza. Lowes e Van der Mark tra le quattro ipotesi, ma uno lo scarto e vi spiego…»

Jarvis conferma che le opzioni per il sostituto di Valentino sono quattro, e di queste fanno parte i due piloti Yamaha SBK ma non i due di Tech3 di MotoGP come vi avevamo anticipato ieri: «Ovviamente abbiamo quattro candidati che potrebbero sostituirlo: abbiamo due piloti in Giappone, Nakasuga e Nozane, poi abbiamo due piloti Superbike, Alex (Lowes, ndr) e Michael (Van der Mark, ndr), quindi sarà uno di quei quattro e decideremo la prossima settimana». Il fratello di Alex Lowes, Sam, corre con Aprilia in MotoGP e sembrerebbe aver detto che non sarà il suo gemello a prendere la M1 numero 46, ma l’amministratore delegato diplomaticamente non smentisce né conferma e tiene la porta aperta anche all’inglese: «Non so cosa abbia detto Sam, quindi non posso commentarlo». Il manager assicura: «Ho una buona idea di chi possa rimpiazzarlo, ma non lo dico oggi – però si sbilancia su uno di loro, non Lowes bensì il giapponese Nozanene abbiamo quattro, ma tre di loro sono più probabili. Credo che sarebbe una richiesta troppo grande dire a Nozane di sostituire Valentino ad Aragon, non credo che abbia esperienza del circuito di Aragon, non ha certamente l’esperienza pluriennale che Nakasuga ha. Nakasuga ha gareggiato molte volte in MotoGP, fa ogni anno una wild card e ha sostituito Jorge a Valencia, facendo un ottimo lavoro. Nozane è una delle nostre opzioni, ma sicuramente non è il ragazzo più probabile per ottenere la chiamata. È più probabile che lo useremo come una wild card per farlo crescere in velocità. Penso che sarebbe una pressione troppo grande sul povero giovane ragazzo per gettarlo nella “fossa dei leoni”».

Lin Jarvis, manager Yamaha, sull’infortunio di Rossi: «Pensiamo a sostituirlo da Aragon perché obbligati dal regolamento. Prima di tornare farà un test sulla R1»

Jarvis spiega perchè si sta già pensando a queste soluzioni per Aragon: «Non ci sono piani al momento, direi, ovviamente abbiamo un piano per sostituirlo, perché dobbiamo: per contratto, dopo il ritiro di un pilota entro 10 giorni siamo obbligati a sostituire il pilota. Una regola molto corretta, perché lo spettacolo deve continuare, diciamo». Ma che Yamaha stia facendo il pensiero a dei piloti che prendano il posto di Rossi, non significa che la sua assenza sia sicura anche per la prossima gara: «Non voglio dire che Rossi non andrà ad Aragon ma solo se lui è convinto che sarà in grado di correre e combattere, non solo gareggiare. Se non sarà là per combattere per le prime cinque o sei posizioni, non credo che verrà. Potrà correre? Vediamo i medici hanno detto che il tempo di recupero dovrebbe essere più lungo di Aragon. Sono situazioni abbastanza estreme: abbiamo avuto nel nostro team l’esperienza con Jorge Lorenzo. Ma penso che questo sia un po’ diverso ora con Valentino, saprà come è la sensazione e quando potrà tornare. Ovviamente faremo un test con lui prima di partecipare ad Aragon, farà un giro, probabilmente su un R1».

Lin Jarvis, manager Yamaha, sull’infortunio di Rossi: «Deciderà lui quando tornare, nessuna pressione della squadra. Già ad Aragon se gli avversari saranno in difficoltà»

E se il campionato a Misano dovesse vivere, fortunatamente per ‘il Dottore’, un passaggio a vuoto degli avversari che si contendono il titolo? Questo è l’altro grande interrogativo che aleggia tra gli appassionati in merito ai dubbi sulla data di rientro, e Jarvis risponde: «E’ un punto molto importante, è qualcosa che sarà preso in considerazione nel processo decisionale: nessuno sa cosa succederà in una singola gara, come abbiamo visto. Ci possono essere più variabili che entrano in gioco. Forse avrà ancora una motivazione extra per cercare di tornare perché forse i concorrenti saranno in difficoltà, o forse no. Dobbiamo aspettare e vedere. Certo, è uno dei fattori. Non esiste nessuna pressione da parte nostra come squadra, quindi giudichiamo secondo la sua forma fisica» ribadisce.

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