Gilles Villeneuve, il duello da leggenda di Digione 1979 - Motori News 24
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Gilles Villeneuve, il duello da leggenda di Digione 1979

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Gilles Villeneuve vs Arnoux al Gran Premio di Francia 1979: un repertorio espresso alla guida che in pochi giri condensa il vero senso della Formula 1

Quando si parla degli anni ruggenti della F1 ci si riferisce al periodo che attraversa la metà degli anni settanta ed arriva dritto alla fine degli ottanta. Si parla di un’epoca in cui un eccentrico Lord inglese di nome Hesketh decideva di schierare un team in griglia tanto per evitare la noia classica degli aristocratici britannici. Ed anche perché l’altro passatempo che aveva, cioè fare il tiro al piattello con dei costosi aeromodelli nel giardino di casa, iniziava a disturbare la zia Sissy. Si parla di un’epoca in cui Enzo Ferrari combatteva con i team inglesi che definiva garagisti, con tono alquanto sprezzante. In quegli anni le vetture non erano tutte uguali come oggi e il colpo di genio di un ingegnere, quello capace di regalare un secondo al giro alla vettura, era ancora possibile.

In questo scenario tanto lontano dalla F1 di oggi, sono nate e cresciute delle vere leggende in pista. Piloti capaci di tenere semplicemente giù dove tutti gli altri pelavano il gas. Gente che faceva i conti con la possibilità di rimetterci la pellaccia ad ogni weekend e che cinque minuti prima di partire non disdegnava intrattenere la girl grid di turno.

Se c’era un pilota che in quel periodo aveva incredibile familiarità con il rischio, che letteralmente guidava sopra i problemi della vettura, quello era Gilles Villeneuve. Un canadesino dal fisico minuto, ma dal cuore immenso. Quel suo cuore carico di coraggio ci ha regalato una storia di quelle da raccontare di sera, davanti ad un camino mentre si sorseggia un ottimo amaro. Atmosfera rilassata e pubblico pronto ad ascoltare.

Gran Premio di Francia 1979, siamo a Digione. Una pista tosta, che manda in crisi fior di piloti mettendo Ko gente che aveva una certa familiarità anche con l’inferno verde del Nurburgring. Quel rettilineo immenso calza a pennello al poderoso motore turbo che spinge le Renault di Renè Arnoux e Jean Pierre Jabouille. Dietro le gialle vetture francesi, c’è il rosso della 312 T di Gilles Villeneuve, che sembra l’unico in grado di impensierire l’armata francese nella sua caccia alla prima vittoria.

Una caccia che va avanti da parecchio. Sarebbe la prima vittoria per Renault. La prima vittoria di un motore turbo in F1. Risuonerebbe la marsigliese sul podio di un GP francese per un pilota che utilizza gomme francesi, le Michelin. Insomma, una vera apoteosi di nazionalismo per i cugini d’oltralpe.

Ma i piani di Gilles Villeneuve sono decisamente diversi e al pronti via la sua Ferrari con il numero 12 scatta felina passando in tromba il poleman Jabouille, mentre Arnoux resta quasi fermo e si ritrova nono alla fine del primo giro. Villeneuve e Jabouille scappano via, mentre Arnoux inizia una rimonta furiosa, forte del vantaggio di velocità in rettilineo su tutte le altre vetture. Passa Lauda, Jarier e Piquet in meno di 15 giri e punta la Ferrari di Scheckter. Jody ha problemi di gomme e regge poco contro Renè, che si mette alla rincorsa del duo di testa.

Nel frattempo Gilles Villeneuve tenta di resistere a tutti i costi ai cavalli della Renault di Jabouille, ma al giro 47 cede, impotente contro il turbo della gialla vettura francese ed anche in difficoltà con i freni della sua 312 T4. Nel tentativo di resistere ad ogni rettilineo agli attacchi, Gilles ha quasi messo Ko l’impianto frenante, staccando parecchi metri oltre la ragionevolezza. Il canadese riesce a vendere cara la pelle, ma deve lasciar passare la vettura ed il pilota francese, rinunciando così ad una vittoria. Il podio sembra delineato e Gilles si sente almeno padrone della piazza d’onore, sconfitto da Jabouille ma con il pieno onore delle armi.

Solo che quando mancano sei giri alla fine del GP, Gilles Villeneuve inizia a vedere una sagoma gialla delinearsi sempre più chiaramente negli specchietti della sua Ferrari. Si tratta di Renè Arnoux, che dopo essersi sbarazzato di ben sei piloti ha finalmente completato la rincorsa ed ha compiuto l’aggancio ad una Ferrari T4 in difficoltà con i freni. A questo punto la questione diventa davvero di principio tra il canadese della Ferrari e il francese di casa Renault. Il motore turbo permette a Renè di affiancare Gilles in pieno rettilineo e sverniciare parte del rosso fiammante che decora la sua 312 T4.

Sorpasso pulito, il motore turbo è imbattibile su quel rettilineo per chiunque. Ma dei tanti chiunque non fa parte Gilles Villeneuve. Lui è semplicemente unico e il termine arrendersi non fa parte del suo vocabolario. Il canadese fa dei numeri assurdi, ma riesce a tenere la scia della velocissima gialla Renault, ed alla staccata del rettilineo restituisce il favore ad Arnoux spiattellando completamente la gomma in un bloccaggio lungo 100 metri e vissuto a più di 220 battiti cardiaci al minuto.

Passa un altro giro e il copione continua ad invertirsi, con Arnoux che infila Villeneuve e Gilles che stacca oltre qualsiasi riferimento, mantenendo l’esterno e vendendo carissima la pellaccia. I due si stanno giocando il secondo gradino del podio, tanti scriveranno che sembrava si stessero giocando un mondiale. In realtà la posta era molto più alta. Quei due folli eroi si stavano giocando qualcosa che non si può quantificare, misurare o pesare in alcun modo. Ma quel qualcosa valeva più di ogni altra in quel momento. Si stavano giocando l’onore.

Con incredibile coraggio e controllo del mezzo, la lotta va avanti ancora e ancora. Traiettorie che si incrociano, derapate su tutte e quattro le ruote. Un repertorio espresso alla guida che in pochi giri condensa il vero senso della F1. Lotta per ogni singolo cm di asfalto sul filo dei 300 orari, con gomme e freni quasi Ko. Con braccia stanche, perché di elettronica neanche a parlarne, e le vetture sono dei mostri da pilotare per pochi giri. Figuriamoci dopo 80 giri di un tracciato che mette fuori combattimento tutti nelle qualifiche con i suoi dislivelli degni del peggior rollercoaster americano.

I tifosi presenti in pista e quelli che guardano il duello in TV stabiliscono tutti il proprio nuovo primato di apnea personale, fino ad una bandiera a scacchi che sembra di più un conteggio ai dieci di un ring su cui si sono scontrati due pesi massimi. La gara la vince Jabouille, ma il trionfo è di Gilles Villeneuve che batte Arnoux e salva l’onore. Il primo gran premio della storia della F1 ad essere vinto da una vettura a motore turbo sarà ricordata per sempre. Non per il vincitore, bensì per il duello più grandioso che si possa immaginare tra due piloti.

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