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Michael Schumacher e la prima vittoria in Ferrari

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Sul tracciato spagnolo del Montmelò nel 1996 Michael Schumacher conquistò la prima leggendaria vittoria con la Ferrari. Ecco la storia di quella magnifica gara bagnata dalla pioggia e benedetta dallo Champagne

Il più grande talento dei tempi moderni, Michael Schumacher atterrò nel 1991 sul pianeta F1. Tedesco di nascita e teutonico nel midollo, il mento più celebre di Kerpen incantò il mondo con una qualifica pazzesca al suo debutto avvenuto in Belgio sulla bellissima Spa, il tracciato più iconico del mondiale. Quel ragazzo che veniva dai prototipi e aveva vinto di tutto, piazzò la sua Jordan in settima posizione in griglia, affrontando l’Eau Rouge come pochi altri all’epoca riuscivano a fare. Il debuttante portato in Belgio da Eddie Jordan faceva quella esse in salita con la stessa velocità di nomi pesantucci del mondiale, come quelli di Prost, Senna, Mansell e Piquet. Decisamente un bel biglietto da visita.

Salto in avanti di cinque anni ed ecco che il biglietto da visita si è concretizzato con un bottino di vittorie in Benetton incredibile e due titoli mondiali in tasca. La Ferrari decide di puntare forte sul tedesco alla fine del 1995 e nel 1996 la strana F310 può fregiarsi del n°1 sul musetto. A portarla in pista è il vincitore del mondiale ‘95, che ha accettato la sfida di Montezemolo e non disdegna l’ingaggio faraonico messo sul piatto dalla Phillip Morris e dalla stessa Fiat.

Michael Schumacher arriva in Ferrari nell’anno in cui anche a Maranello si abbandona il V12 in favore del V10, portato all’eccellenza dalla Renault. La macchina è un laboratorio di idee, e la maggior parte si rivelano azzardate, ma di fatto si sta costruendo il know how che servirà alla Casa di Maranello per tornare in vetta in futuro.

Schumi fa i primi giri di pista a Fiorano in inverno, mettendo alla frusta la 412 T2 che avevano avuto a disposizione Berger ed Alesi. Sceso dalla macchina, il Kaiser chiese subito ai tecnici come avessero fatto a perdere il mondiale con quel motore incredibile, il dodici cilindri più potente che fosse uscito da quel reparto corse. Di fatto, la strada è segnata e la Ferrari sta per mettere in pista il proprio V10.

Le prime gare sono un mezzo calvario e le doti velocistiche di Michael Schumacher sono quasi mortificate da una vettura non all’altezza del suo talento. Ma il tedesco fa tanto spogliatoio e non rinuncia a lottare quando si presenta l’occasione di fare una bella gara. Il circus arriva in Spagna per la settima gara della stagione e le Williams portate in pista da Damon Hill e Jacques Villeneuve sono semplicemente inarrivabili per chiunque. Il mondiale sembra già un affare privato tra gli alfieri del team di Grove ma Schumi sta facendo andare molto forte la sua Ferrari e ha già conquistato due pole, facendo capire che alla prima occasione sarà pronto a tirare la zampata.

L’occasione si materializza proprio in Spagna, sul tracciato di Barcellona. Le prove non vanno granchè bene, con i due uomini di Mr Frank che confinano Michael Schumacher in seconda fila assieme a Jean Alesi. Il tedesco si becca quasi un secondo dal poleman Hill e dopo le qualifiche ammette che le Williams sono semplicemente di un altro pianeta. Ma il cielo di Barcellona era carico di pioggia in quel weekend e dalla notte di sabato al pomeriggio di domenica decise di scaricarla tutta sul Montmelò.

Come sempre in caso di gara bagnata, i valori si rimescolano e le cose possono cambiare radicalmente. Quando il semaforo si spegne, la pista è letteralmente inondata d’acqua e sono in tantissimi a sbagliare nei primissimi passaggi. Allo start si solleva una nube d’acqua così alta da impedire qualsiasi visuale in TV, con la sola eccezione di Villeneuve ed Alesi che scattano meglio e si incuneano in testa al gruppone. Alle loro spalle Hill parte male e Michael Schumacher sembra partire malissimo, ritrovandosi settimo.

Ma quel giorno in Spagna, era il momento per iniziare a scrivere la leggenda del Kaiser in Rosso e Michael Schumacher inizia a guidare sul bagnato come non sembrava possibile fare. Il manuale della guida in caso di pista bagnata, recita al paragrafo 1 la seguente indicazione: “In caso di pista allagata, la miglior traiettoria da tenere è quella al centro della pista, tenendosi ben lontani dal cordolo interno”. Facile da leggere, difficilissimo da mettere in pratica.

In pista sembrano tutti remare, mentre la Ferrari del tedesco letteralmente vola tra i fiumi di acqua che si abbattono sul tracciato in quella domenica spagnola. Hill sbaglia presto e anche la gara del compagno Irvine dura giusto due giri. Il campione del mondo arriva presto alle spalle dei fuggitivi Alesi e Villeneuve ed il francese che ha ereditato la Benetton è sempre stato un osso duro sul bagnato. Schumi lo passa dopo un bel duello e si mette alla caccia di Jacques, il figlio del più indimenticabile tra i piloti della storia Ferrari.

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E’ il giro n°12 quando arriva il momento per l’affondo, al quale replicare è impossibile per il canadesino occhialuto della Williams. Michael Schumacher e la sua Ferrari iniziano una cavalcata in testa alla gara che si concluderà solo con la bandiera a scacchi. Durante il resto della gara Schumi non smette di spingere, nonostante il motore della sua F310 inizi a singhiozzare decidendo di andare prima a 9 e poi ad 8 cilindri. Per fortuna, anche così Schumacher riesce a far volare la Ferrari, guidando in modo spettacolare. Spesso intraversa completamente la vettura in uscita di curva, mostrando un controllo della macchina sconosciuto al resto della griglia di partenza.

Quella bandiera a scacchi in Spagna la videro solo in sei: i superstiti che sono riusciti a tenere le proprie vetture miracolosamente in pista. L’unico che oltre a tenere in pista la macchina ha fatto dei numeri da leggenda è il Kaiser, che coglie la prima di una lunghissima serie di vittorie in rosso. Alla fine dei 65 giri di gara, il vantaggio di Michael Schumacher sul secondo in classifica, Jean Alesi, è di 45 secondi, frutto di una superiorità sul bagnato davvero imbarazzante.

Sono passati vent’anni da quella magica domenica del 1996. La F1 è cambiata, il mondo stesso è cambiato. Michael Schumacher sta portando avanti una lotta molto più dura adesso, ma tutti noi speriamo che qualcuno gli ricordi cosa fece venti anni fa su quella pista. Nessuno pretende miracoli ma un sorriso sul volto di Schumi sarebbe già tantissimo. Lui di sorrisi ai tifosi della Ferrari ne ha regalati un’infinità. Una buona notizia sulla sua salute regalerebbe quello più gradito di tutti.

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